12/20/2011

KAZAKH OIL WORKERS PROTEST.(Gli operai del settore petrolifero kazako protestano)

Holding signs with the slogan, “Don’t Shoot the People,” hundreds of oil workers in the city of Aktau in western Kazakhstan protested today against a recent police crackdown on striking workers, the New York Times reported. Clashes with police on Dec. 16 and Dec. 17 caused the deaths of at least 14 striking workers and wounded dozens more.
Thousands of oilmen had been on strike in the Mangistau region since May, demanding wage increases, Reuters reported. On Friday in the city of Zhanaozen, police fired on protesters in the central square, killing at least 13, the New York Times reported.

According to the New York Times:
The workers in Zhanaozen appear to have grown angry when officials began installing holiday decorations for a government-sponsored children’s party, which they felt was a ruse to remove them from the square, witnesses said. Officials said the police were forced to open fire after they came under attack by “hooligans,” some armed with stones and gasoline bombs.

Interior Minister Kalmukhambet Kasymov said the police had no choice but to fire their weapons, The Associated Press reported. “Nobody specifically gave the order to open fire in that situation,” he told the AP. “Every police officer took the decision themselves. When they take a weapon off you, there is no need for an order to be issued.”

After the clash in the square, Kasymov said, the crowd raged throughout the city, setting fire to the mayor’s office, a hotel, the UzenMunaiGas oil company headquarters and the local branch of the governing Nur Otan party.

On Saturday, one person was killed when police fired on several hundred protesters who blocked railroad tracks in the nearby city of Shetpe, the New York Times reported.

The Organization for Security and Cooperation in Europe chairperson-in-office, Lithuanian Foreign Minister Audronius Azubalis, expressed dismay at the way the situation was handled, the AP reported. “Any action to control crowds by law enforcement should be proportionate and in line with international human rights standards,” he said in a statement.
On Dec. 17, Kazakhstan’s President Nursultan Nazarbayev declared a three-week state of emergency for Zhanaozen, the AP reported.
(GlobalPost)

Qui il link al sito dei manifestanti Campaign Kazakhstan.

11/08/2011

RUSSIA-UKRAINE = 1-0

Entrerà in funzione oggi, martedì 8 novembre, North Stream, la pipeline che porterà il gas russo in Germania attraverso il Baltico. Dmitrij Medvedev e Angela Merkel hanno “accolto” quel gas in Germania, a Lubmin, girando il rubinetto che gli ha aperto la rete europea. Alla cerimonia hanno preso parte anche il primo ministro francese, François Fillon, il collega olandese Mark Rutte e il commissario europeo all’Energia, Gunther Oettinger: Francia e Olanda sono gli altri due Paesi che aderiscono al consorzio, diviso tra Gazprom, le tedesche Wintershall e E.On Ruhrgas, l’olandese Gasunie e la francese Gdf Suez.

“I consumatori europei potranno avere fino a 55 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia nei prossimi anni con il lancio della seconda condotta del North Stream – ha affermato Medvedev in una conferenza stampa congiunta con la Merkel a Berlino – il gas naturale russo e l’elettricità prodotta con essa garantiranno una fornitura energetica stabile ai consumatori del continente e aumenteranno la loro sicurezza energetica”. Il primo tratto pomperà 27,5 miliardi di metri di cubi di gas all’anno, circa la metà di quella che sarà la capacità definitiva della struttura. North Stream parte da Vyborg, nei pressi di San Pietroburgo, e termina a Lubmin, in Germania.

North Stream è lungo 1.224 chilometri e ha ora una capacità di trasporto di 27,5 miliardi di metri cubi all’anno, che diventeranno 55 con la costruzione di una seconda linea, attesa per l’autunno 2012. Il monopolio russo Gazprom ha già siglato contratti di fornitura a lungo termine con diversi Paesi europei, inclusa la Germania, la Danimarca, il Belgio, l’Olanda, la Francia e la Gran Bretagna. In attesa che South Stream colleghi invece la Russia all’Europa meridionale, sempre con l’obiettivo di ridurre i volumi del gas russo – finora l’80% – esportato in Europa attraverso l’Ucraina.
(East Journal)

10/20/2011

TYMOSHENKO, THE BIG BLUFF. (Tymoshenko, il grande bluff)

Far fuori gli avversari politici mettendoli dietro le sbarre non è certo il metodo migliore per gestire il potere ottenuto in maniera democratica. Eppure è quello che sta succedendo in Ucraina con il caso di Yulia Tymoshenko, ex primo ministro e leader dell’opposizione che è stata condannata a sette anni di galera per abuso di potere.

Al presidente Victor Yanukovich la dura sentenza serve anche per ottenere una piattaforma giuridica per tentare di ottenere la revisione dei contratti del 2009, obiettivamente svantaggiosi per il paese. Si spiega in questa maniera la reazione russa, con il Cremlino che sia durante il procedimento sia alla sua conclusione si è schierato a favore dell’imputata, sottolineando la validità degli accordi raggiunti tra l’eroina della rivoluzione arancione e Vladimir Putin due anni fa.
I rapporti tra Kiev e Mosca sono sempre passati attraverso le pipelines: è l’oro blu a unire o dividere, a seconda dei momenti. E i protagonisti di queste storie sono sempre gli stessi. In Ucraina Yulia Tymoshenko, ex principessa del gas che con il suo gruppo ha gestito per anni il traffico con la Russia e che prima è passata al ministero dell’Energia poi alla seggiola di premier; Dmitri Firtash, oligarca impegnato nell’energia e non solo, nemico giurato della bionda pasionaria; Yuri Boiko, attuale ministro dell’Energia, ex ceo a Naftogaz e uno dei suggeritori di Yanukovich, da anni schierato con l’ala conservatrice uscita dal blocco dell’ex presidente Leonid Kuchma cui appartengono gli altri magnati dell’industria ucraina, guidati da Rinat Akhmetov.

In Russia chi controlla Gazprom, cioè il Cremlino, è il vero gestore delle relazioni che toccano economia e politica: Putin impera. E se l’ormai scomparso Victor Chernomyrdin dopo essere stato per anni il numero uno di Gazprom era stato mandato a fare l’ambasciatore in Ucraina lo scorso decennio il motivo era chiaro. Politica e gas: gli intrecci al Cremlino sono come quelli alla Bankova e interpretarli non è sempre cosa semplice: ma è chiaro che il processo Tymoshenko si inserisce nel canovaccio dei duelli per il potere.
L’Europa in questa contesa fa da spettatrice: non ha danari per intraprendere un progetto consistente per la ristrutturazione del gas ucraino e rischia di lasciare via libera alla Russia che, avviato Nordstream, ha ora Southstream in progetto. Il sistema di trasporto ucraino va modernizzato e Gazprom vuole metterci sopra le mani, sul modello bielorusso (lo stesso dicasi per Naftogaz). Bruxelles si allarma per la Tymoshenko, ma non può permettersi di abbandonare i negoziati sull’accordo di associazione che dovrebbe essere firmato entro l’anno con Kiev.
L’errore europeo è stato quello di non capire che la rivoluzione del 2004 era un bluff. Gli ucraini l’anno capito da tempo, basta andare a guardarsi i sondaggi sul gradimento della Lady di ferro, peggiori di quelli di Yanukovich. Ora rischia di essere troppo tardi.
(Limes)

8/16/2011

RUSSIA AND THE KOREAN - GAS - UNITY. (La Russia e l'unità coreana ... del gas)

South Korean and Russian press are reporting on talks between officials from Russia and South and North Korea on construction of a gas pipeline along the Korean Peninsula.

South Korean Foreign Minister Kim Sung-hwan, just back from a visit to Moscow, said on August 12 that Gazprom and the Russian Foreign Ministry are in contact with North Korean officials about the possibility of building a pipeline from Russia to South Korea via North Korea.

Russian Foreign Minister Sergei Lavrov has been quoted as saying North Korea was "positive" about the idea.

Gazprom and South Korean company KOGAS signed an agreement for Russian gas in 2008, but
that deal envisioned Russia shipping liquefied natural gas from Sakhalin Island.
(Rferl)
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North Korea says it has received a message from Russian President Dmitry Medvedev seeking cooperation on the construction of a gas pipeline from Russia, through North Korea to South Korea.

Pyongyang’s official KCNA news agency said Monday the message also proposed connecting railways and power lines across the three countries. It said the message was delivered to mark the anniversary of the end of Japanese colonial rule on the Korean peninsula.

Russian Foreign Minister Sergei Lavrov was quoted last week saying North Korean officials had responded favorably during initial discussions about the pipeline project. South Korea has contracted to purchase huge amounts of natural gas from Russia later in this decade, and a pipeline through North Korea would substantially reduce delivery costs.

For North Korea, the deal presents an opportunity to acquire vital hard currency by charging transit fees. However South Korea has been reluctant to enter into similar deals in the past because of its often hostile relationship with Pyongyang. Any such system could be disrupted during a future dispute.

KCNA quoted Mr. Medvedev’s message saying Russia is willing to boost cooperation with North Korea “in all directions of mutual concern.” The message said these included a “three-party plan” in the fields of gasification, energy and railway construction.

There have already been preliminary discussions of a rail line that would run from South Korea and connect to the trans-Siberian railroad, making it possible to travel by train from Seoul to Europe.
(Voice of America)

6/03/2011

RUSSIAN CUCUMBERS. (Cetrioli alla russa)

Dunque dopo la mucca pazza, la Sars, l’aviaria e la suina è arrivato il cetriolo killer. Le vittime causate da questa variante del batterio Escherichia Coli sono certamente tante, sempre troppe. Tuttavia, anche stavolta, il rischio è che a livello mediatico venga instillata la psicosi collettiva della pandemia. Insomma, abili operazioni di spin a vantaggio dei soliti noti, case farmaceutiche in testa.

Nel frattempo accadono due cose. Anzitutto i paesi europei si scannano come al solito tra loro, accusandosi l’un l’altro d’aver dato inizio al contagio. Zapatero ha già chiesto a Berlino un risarcimento di almeno 200 milioni di euro per il danno economico d’immagine provocato dalle insinuazioni tedesche. Dal canto suo la Russia, e questo è il secondo aspetto rilevante, ha pensato bene di chiudere temporaneamente le proprie frontiere agli ortaggi comunitari. Proprio così, a tutti gli ortaggi, dal momento che non si è ancora sicuri dove risieda effettivamente questo batterio killer.

Ovviamente a Bruxelles si è gridato al sacrilegio. Frederic Vincent, portavoce del commissario alla salute dell'Unione Europea s’è affrettato a definirla una “misura sproporzionata”. Proporzionatissimo era invece il blocco alle importazioni di pollame proveniente dalla Russia deciso dalla Commissione Europea ai tempi dell’aviaria. Due pesi e due misure. Ma si sa, noi europei abbiamo la memoria corta, anzi cortissima.

Il fatto è che sul piatto della contesa non ci sono solamente gli ortaggi. Anche per i poderosi stomaci russi i cetrioli possono essere particolarmente indigesti. Ma ancora più indigeste possono essere le liberalizzazioni energetiche, come quella contenuta nel “terzo pacchetto” Ue che prevede la separazione tra produzione e distribuzione. Unbundling è il termine tecnico.

Angry è invece stata la reazione di Putin al vertice energetico Russia-Ue dello scorso febbraio. Il terzo pacchetto è senza dubbio un pugno al ventre delle ambizioni di Mosca di tener ancorato a sé, per mezzo dei tubi, il Vecchio Continente. Per il momento inutili i tentativi del premier russo di far leva sugli accordi energetici siglati con i singoli stati dell’Unione, così come inutile è apparso il tentativo di convincere Barroso del rischio di un aumento dei prezzi affidando le reti di distribuzione a piccole compagnie alternative a Gazprom.

È noto che tra Putin e Barroso non scorra buon sangue. Alcuni file di Wikileaks non fanno che confermare quanto già risultava evidente ai tempi della crisi georgiana del 2008, quando il presidente della Commissione Europea minacciò di cessare l’acquisto europeo di gas russo se Mosca non avesse interrotto immediatamente le operazioni militari. Com’era prevedibile il messaggio entrò da un orecchio di Putin ed uscì subito dall’altro suo orecchio: in attesa dei gasdotti made in Usa che bypasserebbero il territorio della Federazione, per l’Ue il gas russo è semplicemente irrinunciabile.

Al contrario l’unbundling è per Putin una minaccia seria. Una misura che rischia veramente di allentare i cordoni di Mosca sull’Unione Europea. Un fattore di disturbo per la politica russa del “cortile di casa” est europeo.

Perciò Il blocco alle importazioni di ortaggi europei non può che essere interpretato anche come una ritorsione alle misure energetiche decise da Bruxelles. Una vendetta, che come si sa, è un piatto che va servito freddo. Senza l’ausilio di un fornello a gas.
Proprio come i cetrioli alla russa.

Ingredienti : cetrioli - sale - pepe - olio - aceto - prezzemolo - crema di latte.

Mondate i cetrioli e ritagliateli in fette finissime. Raccogliete queste fettine in una piccola insalatiera e cospargetele con un po' di sale fino, per privare il cetriolo della molta acqua di vegetazione che contiene.
Dopo una mezz'ora prendete un po' di fette alla volta, strizzatele e spandetele sopra un tovagliolo che poi arrotolerete pian piano.
Le fettine così rinchiuse si asciugano perfettamente.
Dopo un altro po' di tempo accomodate le fettine nei piattini da antipasto, conditele con pochissimo sale, pepe, olio, aceto e prezzemolo trito, aggiungendo una cucchiaiata o due di crema di latte sciolta.
Mettete i piattini preparati in frigo per almeno un'ora, affinché i cetrioli possano essere serviti freddissimi.
(Pubblicato su 24Emilia)

4/20/2011

AT FULL SPEED! (A tutto gas!)

Il Primo Ministro slovacco Iveta Radicova e il suo omologo ungherese Viktor Orban hanno firmato oggi a Bratislava un accordo internazionale su un collegamento gas transfrontaliero. Un accordi di programma era stato sottoscritto già il 19 Gennaio scorso dai Sottosegretari dei due Ministeri dell‘Economia, Martin Chren per la Slovacchia e Pal Kovacs per l‘Ungheria, e successivamente approvato dal Governo slovacco il 26 Gennaio.
Il collegamento tra Slovacchia ed Ungheria rientra nel più ampio progetto di corridoio nord-sud del gas, composto di diversi singoli progetti interconnessi. Il corridoio nord-sud si connetterà ai terminali di gas in Polonia e Croazia, e quindi il gasdotto attraverserà tutti i Paesi del Gruppo di Visegrad (V4), dunque anche Slovacchia e Ungheria. La Slovacchia sta i questo modo cercando di ridurre i rischi associati a possibili interruzioni delle forniture di gas dalla Russia, cosa che portò nel Gennaio 2008 ad una crisi del gas che mise a rischio non solo il riscaldamento delle abitazioni, ma anche la produzione di non poche aziende.

L’operatore slovacco Eustream di trasporto del gas ha già avviato colloqui con la sua società partner ungherese Foldgazszalito Rt per la redazione del rispettivo accordo commerciale e dettagli tecnici. Analogo accordo sarà fatto con la Polonia, con il cui operatore di rete GAZ-System è stata firmata una lettera di intenti pochi giorni fa.

L’accordo di oggi significherà un maggior grado di indipendenza in termini di sicurezza energetica della Slovacchia, nonché quello di tutta l’Unione Europea, ha affermato il Premier slovacco Iveta Radicova dopo la firma.

Secondo la Radicova, ci sono altre aree nelle quali i due Paesi possono migliorare. «Abbiamo sollevato il problema del collegamento delle reti elettriche, e abbiamo concordato con il Premier [Orban] che porteremo avanti un accordo in questo settore simile a quello del gas», ha detto, specificando che lo ritiene un obiettivo strategico. Tra gli altri temi discussi, la prevista ripresa dei lavori di costruzione della strada che collega la R4 nella Slovacchia orientale con l‘Ungheria. «L’Ungheria ha deciso di riprendere i piani per la superstrada tra Kosice e Miskolc», ha detto Orban, aggiungendo che intende trovare un accordo con la Slovacchia anche per il nuovo ponte nei pressi della città di confine di Komarno (regione di Nitra).
(Buongiorno Slovacchia)

3/17/2011

RETURNING TO OIL. (Tornare al petrolio)

The devastating earthquake and tsunami in Japan will temporarily take pressure off of tightening global oil supplies as the world's third-largest oil consumer works to rebuild its shaken economy, energy analysts said Monday.

But the disaster won't curb its energy appetite for long. Analysts say Japan will likely boost imports of coal, natural gas, diesel and other refined fuels in coming weeks.

"Demand for petroleum products is going to soar," analyst and trader Stephen Schork said.

Benchmark West Texas Intermediate for April delivery added three cents to settle at US$101.19 a barrel Monday on the New York Mercantile Exchange. It had fallen below US$99 earlier in the session.

In London Brent crude lost 17 cents to settle at US$113.67 a barrel on the ICE Futures exchange.

Oil prices had been surging in recent weeks because of events in North Africa, including unrest in Libya forced that country to shut down its oil fields, which had been producing about 1.6 million barrels of crude per day.

The squeeze on world supplies and concern that uprisings could spread across the Middle East have helped push oil prices about 24 per cent higher in the past few weeks.

Friday's earthquake and tsunami in Japan pulled markets in the opposite direction. Japan imports and consumes more than four million barrels of oil a day. Analysts say at least some of that will be reduced as steel plants, auto manufacturers and three of five major oil refineries temporarily shut down.

Some parts of northeastern Japan are still without power, and authorities are trying to stabilize damaged nuclear plants that have been taken off-line.

Japan has increasingly relied on nuclear power as it focused on weaning itself off of petroleum, like other industrialized countries. Of the total 22.3 quadrillion Btu Japan consumed in 2008, 11 per cent was generated by nuclear power plants. The U.S. consumed more than four times as much power, about eight per cent of it from nuclear energy.
Analysts think Japan will compensate for the shutdown of its nuclear reactors by relying more heavily on traditional fossil fuels. It can choose from a variety of sources. Most of Japan's energy is produced by power plants fired by coal, most of it from Australia. It burned 37,500 tons of coal in 2009. Japan also consumed 3.3 trillion cubic feet of liquefied natural gas that year, imported mainly from Indonesia, Malaysia and Australia.

Japan also operates natural gas-burning generators and a number of aging, oil-fired plants that can be cranked up during peak times. The Japanese may favour using more oil instead of natural gas in the short term, according to Michael Lynch, president of Strategic Energy & Economic Research. Lynch said there are more tankers available to deliver crude than LNG and more dedicated facilities in Japan that can accept oil imports.

"Oil is much easier to import," Lynch said. He added that Japan could boost crude imports by about 300,000 barrels per day while its energy infrastructure is hampered by the loss of nuclear power.

Japan's trade minister said Monday that the government will release enough oil from the country's reserves to cover three days of demand, according to Platts, the energy information arm of McGraw-Hill Cos.
Japan imports most of its oil from Saudi Arabia and the United Arab Emirates. Analysts say Japan will try to tap those sources for more oil, and it will look to the U.S. and India for more refined fuels like diesel.

"The U.S. still has a surplus of both gasoline and distillate supplies with which to meet any such upswing in export activity," energy consultant Jim Ritterbusch said.

Natural gas for April delivery gained 2.5 cents to settle at US$3.914 per 1,000 cubic feet. Earlier in the day, it climbed to the highest level in a month at US$4.053.

In other Nymex trading for April contracts, heating oil added 3.48 cents to settle at US$3.0638 a U.S. gallon (3.78 litres) and gasoline futures lost 2.74 cents to settle at US$2.9603 a gallon.
(The Western Canadian Pipeline)

2/09/2011

THE ORIGINAL PURPOSE. (Lo scopo originale)

Ukrainian President Viktor Yanukovych clinched energy pacts with Azerbaijan on Jan. 28 and attacked Russia for plans to bypass his country in supplying gas to Europe, reviving market fears of regular spats between Moscow and Kyiv.

Markets were relieved when Yanukovych, perceived as friendlier to the Kremlin than his predecessor, Viktor Yushchenko, was elected Ukraine’s president last year.

That followed five years of disputes between the ex-Soviet neighbors, marked by mid-winter cuts in Russian gas supplies to Europe that represent a quarter of the continent’s total needs.

But Yanukovych has played a much less pro-Moscow role than expected since taking office, saying the European Union was an equally or even more important partner than Russia.

Speaking at the World Economic Forum in Davos, the president lashed out at new Russian pipeline projects and signed oil and gas deals with Azerbaijan to cut Ukraine’s reliance on Russia.

Yanukovych said Ukraine shared Poland’s concerns about political motives behind the Nord Stream pipeline to supply Russian gas to Western Europe along the Baltic Sea floor, bypassing central European nations.

“Another project being discussed today between Russia and Europe is the construction of South Stream. This possibility is directly related to Ukraine and here I share the position of Poland,” he said, referring to a project to pipe gas under the Black Sea to southern Europe.

Russia ships about 80 percent of its gas exports to Europe through Ukraine now and the remaining 20 percent via Belarus and says it needs the new projects to boost Europe’s energy security after disruptions in previous years.

Yanukovych said South Stream would cost $25 billion while it would cost much less to upgrade Ukraine’s pipeline system.

“Why are our partners today pretending that there is no alternative? A year ago we proposed a project that would cost five times less – not more than $5 billion, it would come to the same destination points to which South Stream would go.”

“That’s why we ask the same question, speaking eye-to-eye with our partners, and we are still waiting for an answer.”

“If this is a way to exert pressure, not a commercial project, then of course serious questions arise about how we should build our relations today, let alone in the future.”

Yanukovych used the Davos platform to sign a deal with Azeri President Ilham Aliyev to import liquefied natural gas to a planned Ukrainian terminal aimed at reducing the country’s heavy dependence on Russian gas. The memorandum did not specify volumes for the terminal to be opened in 2015. He also signed a memorandum on cooperation in shipping Azeri oil across Ukraine.

Yanukovych said Ukraine would ship the first million tons of Caspian Sea oil to Europe via the pipeline this year, thus ending its use to export Russian crude to the Mediterranean.

“The Odessa-Brody pipeline has been used in various directions. Very soon we will start working according to the original idea, delivering oil from Odessa to European countries,” he said.

Interfax news agency quoted Ukrainian officials as saying the deal covered deliveries of up to 4 million tons a year.

Aliyev, who spoke at the same panel, said he was under no pressure from Russia to shun the Nabucco pipeline, seen as a key European Union’s attempt to reduce reliance on Russian.
(Therearenosunglasses's weblogs)